Gli scienziati hanno un algoritmo per predire gli tsunami

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Anonim

Gli scienziati della Australian National University hanno un piano per migliorare i sistemi di allarme tsunami in tutto il mondo: hanno costruito un algoritmo.

Usando i dati dei monitor nell'oceano e modellando come appariva uno tsunami al momento della nascita, il team di ricercatori può prevedere meglio quanto è grande, dove sta andando e chi è a rischio. Questo è un grande passo avanti rispetto ai sistemi di allarme tsunami esistenti, perché utilizza i dati effettivi per generare previsioni, piuttosto che scenari per il rischio di tsunami che gli scienziati hanno precedentemente calcolato, dice Jan Dettmer, un sismologo all'università.

Dettmer e colleghi hanno presentato il loro nuovo algoritmo oggi in una riunione della Acoustical Society of America a Salt Lake City.

I terremoti possono essere devastanti, ma spesso è lo tsunami che provoca la maggior parte della morte e della distruzione. Nel 2004 un terremoto di magnitudo 9,1 ha colpito le coste di Sumatra, spostando il fondale marino e inviando devastanti onde dello tsunami che hanno colpito l'Indonesia, lo Sri Lanka, l'India, la Tailandia e le aree oltre. Si stima che 230.000 persone siano state uccise.

Il potere di uno tsunami è innegabile. Le onde giganti possono viaggiare a velocità di 500 miglia all'ora, eliminando qualsiasi cosa si trovi sul loro cammino. Uno tsunami non sembra il tipo di onda che un surfista può desiderare, perché la sua lunghezza d'onda è così lunga, a volte si estende per centinaia di miglia. Quando colpisce la terra spesso non appare come un'onda crestante, ma come una marea in rapida ascesa.

Ma nonostante il potenziale distruttivo travolgente di queste onde, c'è speranza. Gli tsunami possono essere veloci, ma viaggiano molto più lentamente delle onde d'urto del terremoto che li ha generati. Di conseguenza, è possibile per gli umani sulla terra ottenere minuti o ore di avvertimento per cercare terre più alte. Migliori sistemi di allarme potrebbero aver salvato 50.000 vite nello tsunami nell'Oceano Indiano, secondo le Nazioni Unite.

Dettmer dice che il programma per computer della sua squadra migliora la precisione dei sistemi di previsione dei tsunami esistenti, senza sacrificare la velocità. Ma generare previsioni migliori e più rapide è solo una parte della soluzione. Per salvare vite umane, queste informazioni devono arrivare molto rapidamente alle persone sulla costa. La buona notizia è che la proliferazione di telefoni cellulari, internet e tecnologie di comunicazione anche nelle zone più remote del mondo significa che è possibile inviare avvertimenti di tsunami come mai prima d'ora.

Gli tsunami non possono essere fermati. Ma il loro costo per la vita umana può essere ridotto drasticamente, con l'aiuto della tecnologia, se governi, ricercatori e comunità possono unirsi per rendere questa una priorità.

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