L'iniziativa di pubblicazione di Facebook mostra che non ci vuole più Twitter seriamente

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Anonim

I membri dei media stanno borbottando questa mattina perché sono svegli e questo è quello che fanno e per una storia di una storia sulla morte di una potenziale ginnasta olimpica che Il New York Times ha pubblicato direttamente su Facebook. Il primo degli "Articoli istantanei", il pezzo, che è ben riportato in una sorta di "accanto al punto", rappresenta la straordinaria capacità del titano sociale di avere un'industria e di mangiarlo anche lui. Ma la cosa più notevole è la condivisione delle funzioni all'interno dell'interfaccia dell'articolo, un prodotto di una negoziazione con l'editore.

Vuoi condividere qualcosa su Twitter? Nessun problema. Facebook ha coperto.

Fondamentalmente, le diverse fortune delle due società di social media hanno tutto a che fare con il loro rapporto con i media. Twitter è uno strumento giornalistico che i giornalisti utilizzano per trovare storie, coltivare nuove fonti e far ridere l'un l'altro in quel modo molto specifico che potrebbe portare a future opportunità di lavoro. Facebook, d'altra parte, è uno strumento di pubblicazione che guida il traffico. Essere nel settore editoriale è meglio che essere nel business della scrittura - se ti importa dei soldi comunque. Chiedi a un giornalista se scambieranno buste paga con il loro editore e nove volte su dieci diranno di sì. La decima volta, diranno di sì mentre puliscono la scrivania.

Ciò che è interessante è il modo in cui Twitter e Facebook ora rispecchiano la duplice cultura dell'editoria. I giornalisti hanno prestigio e una soapbox mentre gli editori e gli addetti alle vendite pubblicitarie hanno macchine e la possibilità di estinguere i loro mutui. È quella cultura redditizia che mantiene viva la cultura del giornalismo, ma dipendente.

Facebook stava negoziando con The Grey Lady (e National Geographic e L'Atlantico e Il guardiano) da una posizione di potere, ma è chiaro che Zuckerberg era a suo agio nell'offrire concessioni. Ha senso. Il sito sociale di OG è meno interessato a mettere fuori servizio Twitter di quanto non sia nel completare la sua acquisizione del settore dei contenuti. Gli articoli istantanei mostrano l'incredibile gamma di contenuti nativi di Facebook (dalle battaglie razziste di tuo cugino all'esca Pulitzer) e indica un futuro in cui i social media sono più integrali del consumo dei media individuali rispetto a Internet stessa.

Quel futuro è arrivato per Facebook e non è per Twitter, motivo per cui Twitter non rappresenta più una vera competizione. Twitter non risente del confronto con Facebook; non ha proprio senso confrontarlo affatto.

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