Le bombe atomiche giapponesi quasi costruite durante la seconda guerra mondiale

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LA BOMBA ATOMICA: Hiroshima e Nagasaki (1945)

LA BOMBA ATOMICA: Hiroshima e Nagasaki (1945)
Anonim

Una nuova raccolta di documenti scoperti all'Università giapponese di Kyoto dettaglia gli sforzi del governo giapponese per creare una bomba atomica durante la seconda guerra mondiale e illuminare l'ultimo controfattuale: cosa accadrebbe se l'Asse avesse la bomba?

Datato tra l'ottobre e il novembre del 1944 e intitolato "Ultracentrifugal Separation", le carte appartenevano a un ricercatore di nome Sakae Shimizu e raccontavano i tentativi degli scienziati del precursore dell'Università di Kyoto di separare e arricchire l'uranio 235, un componente chiave per creare il letale esplosione causata dalla fissione nucleare.

Shimizu faceva parte di uno dei due programmi concomitanti commissionati dal governo giapponese per sviluppare la tecnologia. Uno, noto come "Nigo Research", fu commissionato dall'esercito imperiale giapponese, mentre il programma di Shimizu, chiamato "F Research", fu commissionato dalla Marina Imperiale e si svolse in quello che era noto come il Centro di ricerca radioisotopico dell'università durante il guerra.

Il fatto che entrambe le principali potenze dell'Asse lavorassero per produrre una bomba atomica durante la seconda guerra mondiale è noto da decenni, ma le informazioni reali sono scarse perché le forze americane hanno confiscato gran parte delle ricerche dopo la guerra.

Alcuni sostengono che il programma nucleare giapponese non costituisse una seria minaccia, ma questi documenti potrebbero suggerire diversamente. I giapponesi erano - sembrerebbe - facendo progressi reali verso la comprensione degli armamenti nucleari. Per sapere se avrebbero potuto fabbricare una bomba o consegnato il carico utile, questa è un'altra questione. I tentativi del Giappone di non Pearl Harbor di bombardare l'America erano in gran parte limitati a programmi di palloncini atmosferici che non funzionavano davvero.

I documenti stessi furono scoperti da Akira Masaike, un professore corrente che lavorava nello stesso centro di ricerca di Shimizu.

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